L’ex ministro dell’Interno e presidente della Regione Lombardia Roberto Maroni è morto all’età di 67 anni.
Roberto Maroni è morto questa mattina a 67 anni dopo una lunga malattia. Il leghista oltre ad essere segretario della Lega Nord è stato tre volte ministro e una volta vicepremier. Maroni è stato anche governatore della Regione Lombardia.
Varesino di origine entra a far parte del governo Berlusconi I e IV come ministro dell’Interno ed è stato l’unico politico esterno alla Democrazia Cristiana a ricoprire quel ruolo poi Ministro del lavoro e delle politiche sociali nei governi Berlusconi II e Berlusconi III. Dal 2013 al 2018 è stato governatore della sua Lombardia lasciando l’incarico all’improvviso.
Entra in Parlamento nel 1992 come presidente del gruppo parlamentare alla Camera della Lega poi entra nel consiglio federale del partito e contribuisce alla vittoria della Lega Nord alle amministrative portando per la prima volta a Varese un sindaco leghista.
Nella sua ultima intervista aveva parlato della sua malattia e aveva detto che stava facendo tutte le cure necessarie. Da soltanto un anno si era rivelato il suo tumore dopo un mancamento nel 2021 battendo la testa. Il leader della Lega Matteo Salvini lo ha ricordato così sui social: “Grande segretario, super ministro, ottimo governatore, leghista sempre e per sempre. Buon vento Roberto”.
“Questa notte alle 4 il nostro caro Bobo ci ha lasciato. A chi gli chiedeva come stava, anche negli ultimi istanti, ha sempre risposto ‘bene’. Eri cosi’ Bobo, un inguaribile ottimista. Sei stato un grande marito, padre e amico”. Ha scritto così la famiglia annunciando la morte di Roberto Maroni. “Chi è amato non conosce morte, perché l’amore è immortalità, o meglio, è sostanza divina (Emily Dickinson). Ciao Bobo”, si conclude il messaggio.
Una vita nella Lega ma Maroni ha vissuto anche vicende spiacevoli come le accuse di attentato contro la costituzione e l’integrità dello Stato nel 1996 a Verona per la creazione di struttura paramilitare fuorilegge. Maroni ha condiviso con Umberto Bossi gli inizi del Carroccio guidandolo verso l’apice fino a poi lasciare le redini a Salvini nel 2018 costretto dalla malattia.